giovedì, ottobre 24, 2013
Oggi in consiglio provinciale sarà presentato ODG allegato che chiede di fare luce sulle modalità di riempimento che gli enti pubblici intendono consentire ad IREN, nella discarica di RIORIAZZONE.
L'operazione consentirebbe ad IREN di smaltire una notevole quantità di scorie provenienti da inceneritore e alle amministrazioni locali di poter ricavare svariati milioni di Euro per il disturbo.
L'area di Rioriazzone è di notevole valore naturalistico e ha dovuto sopportare un impatto considerevole dall'attività della discarica che ha completato la sua attività da alcuni anni.
L'operazione che si starebbe prospettando lascia molti dubbi
Il progetto è in fase di definizione ma chiediamo che almeno sia previsto un accurato piano di controllo sulle percentuali di metalli pesanti presenti nelle scorie che verrano conferite.
lunedì, marzo 11, 2013
ILLEGITTIMI I PREMI A PIOGGIA AI DIRIGENTI PROVINCIALI:
ORA VENGANO RESTITUITI
I premi ai dirigenti della Provincia per l’anno 2011 sono stati distribuiti a pioggia modalità esclusa in
modo chiaro dal “Decreto Brunetta”. Tutto legittimo? Sicuramente questi premi sono
facoltativi:quindi non automatici in un periodo di forte calo delle risorse da destinare ad investimenti
per la comunità e in cui si chiedono a tutti i cittadini sforzi economici importanti tramite una
pressione fiscale al limite della vessazione.
Le perplessità del gruppo Idv i Provincia su questa generosa operazione di gratifica poggiano
innanzitutto sul fatto che il decreto Brunetta (D.Lgs. 27 ottobre 2009 n. 150, sull’ottimizzazione della
produttività del lavoro pubblico e di efficienza e trasparenza delle pubbliche amministrazioni) all’art.
14 impone che sia un organismo terzo interno alla Provincia (Organismo Indipendente di
Valutazione della Performance) a formulare alla Giunta una proposta di valutazione e di attribuzione
dei relativi premi ai dipendenti di livello dirigenziale apicale. La Giunta deve però approvare,rifiutare o
modificare la proposta, quindi dare l’eventuale via libera alla “elargizione” nei limiti delle risorse
disponibili, come prescritto dal Decreto stesso.
Peccato che questo fondamentale passaggio di garanzia e valutazione del merito non sia stato
rispettato. A nostro avviso, l’iter è dunque da annullare.
Che il passaggio non sia avvenuto è stato direttamente confermato all’Idv dalla dirigente Loredana
Dolci, che ha giustificato l’assenza dell’atto ufficiale sostenendo che l’ente Provincia di Reggio si è
data un proprio regolamento interno autonomo e che quindi non sarebbe tenuta ad applicare in toto
il Decreto sulla pubblica amministrazione.
A nostro parere la legge è molto esplicita e non si possono saltare passaggi o applicare le leggi a
seconda del gradimento, dell’opportunità o del momento.
Alla faccia della spending review, ma anche di qualsiasi buon senso. Si tagliano i servizi, ma i
premi ai dirigenti – anche se meritati non
si toccano.
Inoltre nella legge si dice esplicitamente che non saranno validi gli aumenti dati a pioggia a tutti.
Ebbene a Reggio sono stati elargiti tutti quasi in misura massima possibile: forse per un malinteso
senso dell’equità e un’abnorme generosità, forse perché l’eccellenza dell’attività della dirigenza nel
2011 è stata tale da non poter meritare nulla di meno del bonus premiale più elevato.
Nello specifico abbiamo cercato l’entità del premio del dirigente a capo del gruppo di lavoro che ha
redatto il bando dell’appalto global Service.
Fermo restando che diamo per scontato che la redazione è avvenuta in perfetta buona fede e
rispettando scrupolosamente le norme di legge, ci pare che la giunta debba modificare in primis
questo premio che non può essere dato quasi al 100% del massimo teorico quando la
partecipazione all’appalto è stata di un unico soggetto, quindi qualcosa ci pare non ha funzionato a
dovere.
Su queste anomalie l’Idv ha presentato un’interpellanza con la quale chiede risposte precise ed
esaurienti, oltre che rispetto per la sensibilità di una cittadinanza vessata dai sacrifici imposti dalla
crisi e dalla pressione fiscale senza pari nei Paesi occidentali.
Se tali premi non saranno annullati o fortemente ridimensionati dalla giunta ci vedremo costretti
come gruppo IDV ad adire al CIVIT, la commissione nazionale per la valutazione, la trasparenza e
l’integrità delle amministrazioni pubbliche affinchè si pronunci sulla conformità del regolamento
della Provincia rispetto alla Normativa Nazionale.
p.s oggi siamo riusciti a convincere il nostro alleato PD e la provincia chiederà un parere al CIVIT, l'intesa è stata siglata con un ODG approvato in consiglio
questo premio che non può essere dato quasi al 100% del massimo teorico quando la
partecipazione all’appalto è stata di un unico soggetto, quindi qualcosa ci pare non ha funzionato a
dovere.
Su queste anomalie l’Idv ha presentato un’interpellanza con la quale chiede risposte precise ed
esaurienti, oltre che rispetto per la sensibilità di una cittadinanza vessata dai sacrifici imposti dalla
crisi e dalla pressione fiscale senza pari nei Paesi occidentali.
Se tali premi non saranno annullati o fortemente ridimensionati dalla giunta ci vedremo costretti
come gruppo IDV ad adire al CIVIT, la commissione nazionale per la valutazione, la trasparenza e
l’integrità delle amministrazioni pubbliche affinchè si pronunci sulla conformità del regolamento
della Provincia rispetto alla Normativa Nazionale.
p.s oggi siamo riusciti a convincere il nostro alleato PD e la provincia chiederà un parere al CIVIT, l'intesa è stata siglata con un ODG approvato in consiglio
giovedì, agosto 30, 2012
Manodori e i soldi che non ci sono più
Leggiamo con soddisfazione che una parte del Partito Democratico è finalmente uscito allo scoperto sullo scandalo della gestione Manodori.
Verrebbe da dire che il latte ormai è versato ed il danno irrimediabile ad un bene comune è già avvenuto.
Avrebbe fatto meglio il PD ad appoggiare da subito una battaglia sacrosanta condotta in Provincia dall' Italia Dei Valori invece che bocciare nella votazione in provincia una vera e propria mozione di censura verso il Sig Borghi , presidente della fondazione e vicepresidente di una banca (banco popolare) verso cui la fondazione stessa ha investito milioni di euro in azioni .
Spero che i firmatari si prefiggano veramente di poter cambiare la governance della Fondazione e quindi li invitiamo a collaborare al documento che stiamo preparando come Italia Dei Valori per segnalare la situazionevergognosa della Fondazione Manodori al presidente dell'Ente di autogoverno delle Fondazioni Bancarie (ACRI), chiedendo l'immediata cacciata di tutti, sottolineiamo, tutti gli amministratori.
Solo in tale modo esiste una speranza di cambiamento.
Lo stesso presidente ACRI dott. Guzzetta, intervistato dalla popolare trasmissione televisiva Report, aveva affermato che solo tale ente di autogoverno avrebbe il potere di rimuovere gli organi direttivi che non hanno lavorato in maniera fallimentare.
Non è certo facendo appello al senso di responsabilità degli amministratori della Fondazione che se ne potrà ottenere le dimissioni.
domenica, aprile 15, 2012

Come lanciare la green economy a costo zero
Gli enti locali possono aiutare la crescita della green economy anche con provvedimenti gratuiti. In questi tempi di vacche magre sarebbe bene imitare la legislazione francese che ha introdotto l’obbligo di pubblicare in qualunque annuncio immobiliare, sia di vendita che di affitto, in forma cartacea o multimediale, l'etichetta energetica degli edifici.
Il provvedimento crea un meccanismo virtuoso, com'è accaduta per gli elettrodomestici, dove il forte impatto grafico delle etichette ha reso quasi irrilevante la quota degli elettrodomestici non in classe A o B.
Come gruppo Idv provinciale di Reggio Emilia ho presentato un ordine del giorno proprio con l’obiettivo di innescare un circolo virtuoso affinché il settore delle costruzioni si orienti verso la riqualificazione degli edifici esistenti, anche per evitare di sprecare ulteriore suolo, quindi a incoraggiare i proprietari delle abitazioni a investire sul risparmio energetico. Così facendo si offre una via d'uscita al sofferente settore edile;
Nel report dell'Agenzia Europea per l'Ambiente si legge che le abitazioni sono responsabili dell'inquinamento per un percentuale pari al 25% del totale sulle emissioni europee dal 2005 al 2009. In Italia tale percentuale cresce a causa del cattivo isolamento del patrimonio edilizio e dati più recenti (Direttiva 2010/31/Ue del 19 maggio 2010 sulla prestazione energetica nell’edilizia) ci dicono che gli edifici sono responsabili del 40% del consumo complessivo di energia dell'Unione
Si pensi che in provincia di Reggio Emilia, nel 2009, le abitazioni determinavano il 35% dei consumi energetici complessivi del territorio reggiano. Questo dice che il contenimento e la riduzione dei consumi è il primo obiettivo da raggiungere per favorire la riduzione della dipendenza del nostra paese dalle fonti fossili.
Sempre a Reggio Emilia stiamo elaborando il Piano energetico provinciale che, oltre a delineare le politiche di sviluppo delle fonti di energia rinnovabili relative alle potenzialità del territorio, analizzerà e comprenderà il contenimento dei consumi, aggiornando la pianificazione territoriale-urbanistica e inserendo la “variabile energetica” tra i fattori primari da considerare nel governo del territorio e su come orientare le risorse europee, nazionali e regionali destinate al settore.
Collaborando con l’ufficio ambiente abbiamo inoltre scoperto che formalmente già a partire dal 1° gennaio 2012, ai sensi del Decreto 28/2011, tutti gli annunci commerciali di vendita di edifici o singole unità immobiliari devono riportare l'indice di prestazione energetica contenuto nell'Ace (Attestato di Certificazione Energetica). Gli affitti, invece, sarebbero esclusi da questo provvedimento.
Da ultimo, tra gli effetti positivi provenienti dall'obbligo di pubblicizzare la classe energetica negli annunci immobiliare, il fatto di rendere impossibile l'autocertificazione in classe G (ovvero la peggiore) a tutto beneficio dell'ambiente e dell'economia.
Rudy Baccarani, Gruppo Idv Provincia Reggio Emilia
Ecco l'ordine del giorno presentato al Consiglio provinciale di Reggio Emilia dal gruppo Idv.
ORDINE DEL GIORNO SULLA PUBBLICAZIONE DELLA CLASSIFICAZIONE ENERGETICA DEGLI EDIFICI SUGLI ANNUNCI IMMOBILIARI
Premesso che :
o le abitazioni sono responsabili dell'inquinamento per un percentuale pari al 25% del totale (report dell'Agenzia Europea per l'Ambiente (EEA) sulle emissioni europee dal 2005 al 2009 ), in Italia tale percentuale cresce a causa del cattivo isolamento del patrimonio edilizio e dati più recenti (Direttiva 2010/31/UE del 19 maggio 2010 sulla prestazione energetica nell’edilizia) ci dicono che gli edifici sono responsabili del 40% del consumo complessivo di energia dell'Unione;
o durante i mesi invernali il riscaldamento delle abitazioni concorre in maniera sensibile all'innalzamento del livello delle polveri sottili e che il bacino padano è stato oggetto di una procedura di infrazione europea sollevata dall’Unione nei confronti dell’Italia;
o che in Provincia di Reggio Emilia nel 2009 le abitazioni determinavano il 35% dei consumi energetici complessivi del territorio reggiano e che il contenimento e la riduzione dei consumi è il primo obiettivo da raggiungere per favorire la riduzione della dipendenza del nostra paese dalle fonti fossili;
o è in corso di elaborazione il PIano energetico provinciale che, oltre che delineare le politiche di sviluppo delle fonti di energia rinnovabili in relazione alle potenzialità del territorio provinciale, analizzerà e comprenderà le possibilità di contenimento dei consumi definendo specifiche strategie ed azioni a ciò dedicate, a partire dalla necessità di aggiornare la pianificazione territoriale ed urbanistica inserendo la “variabile energetica” tra i fattori primari da considerare nelle scelte di governo del territorio ed orientare le risorse europee, nazionali e regionali sui citati obiettivi;
o a partire dal 1° gennaio 2012, ai sensi del Decreto 28/2011, tutti gli annunci commerciali di vendita di edifici o singole unità immobiliari dovranno riportare l'indice di prestazione energetica contenuto nell'ACE (Attestato di Certificazione Energetica);
Considerato che occorre:
o innescare un circolo virtuoso che faccia in modo che il settore delle costruzioni si orienti verso la riqualificazione degli edifici esistenti, anche per evitare di sprecare ulteriore suolo;
o incoraggiare i proprietari delle abitazioni ad effettuare interventi finalizzati al risparmio energetico anche allo scopo di fornire una “via alta” di uscita dalla crisi del settore edile;
o dar seguito all’obbligo previsto all'art. 6, comma 2-quater del decreto legislativo n. 192/2005 modificato con il decreto legislativo n. 28/2011 (Decreto Rinnovabili), che ha inteso recepire le indicazioni dalla Direttiva 2010/31/CE sulla prestazione energetica nell'edilizia, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale Europea del 18 giugno 2010 che stabilisce che in caso di offerta in vendita o in locazione di edifici o unità immobiliari aventi un certificato di prestazione energetica, l'indicatore di prestazione energetica che figura nell'attestato deve essere riportato in tutti gli annunci commerciali;
o dare attuazione alla Delibera di Giunta Regionale n° 1366 del 26.9.2011 che introduce alcune modifiche alla normativa regionale sulla Certificazione Energetica richiamando l'obbligatorietà della certificazione anche negli annunci immobiliari;
Il Consiglio Provinciale
o richiede alla Regione Emilia Romagna di disciplinare con norme legislative le modalità di pubblicazione della classificazione energetica negli annunci immobiliari, le sanzioni per i contravventori ed i soggetti competenti al controllo ed all'accertamento delle violazioni;
o propone alla Regione Emilia Romagna che le modalità di pubblicazione da introdurre in qualunque annuncio immobiliare (in forma cartacea o multimediale) prevedano che almeno un terzo dello spazio dell’annuncio venga dedicato all'etichetta energetica degli edifici e che si indichino puntualmente i consumi previsti e l'emissione di CO2;
o chiede alla Giunta di sensibilizzare i Comuni perché segnalino agli operatori del settore immobiliare la necessità di dare piena attuazione al Decreto 28/2011 ed alla Delibera di Giunta Regionale 1366/2011.
Pubblicato sul sito nazionale del partito all'indirizzo : http://ambiente.italiadeivalori.it/index.php?option=com_content&view=article&id=148:come-lanciare-la-green-economy-a-costo-zero&catid=42:ambiente-territorio-e-infrastrutture&Itemid=53
giovedì, dicembre 01, 2011

Manodori : Game Over?
il tema della gestione della Manodori di per sé non appassiona la gente, ma chissà se l’interesse non aumenterebbe se si spiegasse chiaramente ai cittadini reggiani che nella cassa della fondazione nonostante tutto rimangono ancora decine di milioni di Euro destinati alla collettività dall’antica funzione sussidiaria dei monti di pietà e delle casse di risparmio.
Ad oggi degli originali scopi mutualistici rimane poco, la fondazione è diventata invece un formidabile centro di potere e di potenziali clientele.
Gestisce un patrimonio della collettività con criteri largamente discrezionali.
Denaro investito per lo più in azioni di un unico titolo bancario : Unicredit
il gruppo bancario Unicredit ha deciso recentemente una maxi-ricapitalizzazione e l’azzeramento dei dividendi relativi al bilancio 2011.
La fondazione, che nelle ultime gestioni di Spaggiari e Borghi ha sempre rafforzato l'investimento in Unicredit, in spregio alle più elementari norme di diversificazione e di cautela, si trova per l'ennesima volta davanti alle seguenti opzioni :
- sottoscrivere interamente la propria quota di ricapitalizzazione in Unicredit, che costerebbe l’insostenibile cifra di 52 milioni di euro;
- ricapitalizzare solo una parte, finanziandone l'acquisto con la vendita delle opzioni sulle azioni restanti;
- non partecipare affatto, lasciando diluire il proprio pacchetto azionario di più della metà, dall’attuale 0,8 per cento a uno 0,3 per cento
Pare che i consulenti incaricati hanno indicato come sia possibile perseguire la prima opzione, ovvero ricapitalizzare per intero i 52 milioni con l'aiuto di alcune banche, Queste ultime chiederanno a garanzia con tutta probabilità un pegno sulle stesse azioni, come su altre azioni in mano della Fondazione Manodori.
Sarebbe una situazione inedita, un atto mai avvenuto nella storia della Fondazione.
Più che avveduti amministratori di un bene pubblico, questi signori finora hanno adottato una strategia chiara: sono anni che partecipano agli aumenti di capitale mentre il valore del titolo non smette di calare.
Raddoppiano le puntate sullo stesso titolo bancario, sperando di rifarsi delle perdite, aumentano il numero di azioni e cala il valore reale del patrimonio.
Strategie da speculatori di borsa o da frequentatori di casino' ?
Questa volta rischiamo il colpo definitivo : il lento è continuo depauperamento del patrimonio della fondazione rischia di subire una sensibile accelerazione.
Ritengo inoltre che l'opzione di ricorrere all'indebitamento presso alcuni istituti di credito, sia in contrasto con la storia e le finalità della Fondazione stessa.
Per questo motivo dobbiamo investire il consiglio provinciale della responsabilità di esprimersi su questo tema decisivo per il futuro della fondazione che rischia di essere spazzato via da un gruppo di amministratori della fondazione rimasto immutato negli ultimi anni, grazie ad uno statuto che premia l'autoreferenzialità invece della oculata gestione.
Presenterò oggi stesso assieme al collega Umberto Beltrami del PD un ordine del giorno urgente per affidare al consiglio provinciale la possibilità di dibattere su di un argomento tanto importante per la comunità reggiana.
giovedì, ottobre 13, 2011
Risparmio energetico e riduzione
delle emissioni? Solo frasi ad
effetto per convegni e bandi della
Provincia. La provincia ha rinnegato
le linee guida in tema di risparmio
energetico di palazzo Allende contenute
in un ordine del giorno presentato
dall’Idv e approvato a larga
maggioranza dal consiglio provinciale
a fine 2010. Erano d’a c c o rd o
per gestire al meglio i consumi energetici
degli edifici provinciali ma leggendo il capitolato
del bando di quest'estate ho
capito invece che la Provincia porta
avanti un contratto di gestione calore
tradizionale, in cui si metteranno
a bando un valore base di circa
14 milioni di euro in 5 anni, al termine
dei quali gli edifici resteranno
gli stessi e le uniche manutenzioni
incluse saranno quelle ordinarie.
Tutto il contrario di quello che si
dice nei convegni e in tanti documenti
della Provincia. L’ordine del
giorno impegnanva a gestire i consumi
energetici negli edifici provinciali
in maniera diversa, passando
per un’analisi energetica e portando
avanti una strategia fatta di investimenti
sull'isolamento degli edifici
più che sulla normale manutenzione
ordinaria - spiega Baccarani -
Alla fine del periodo di affidamento
ad una società all'ente Provincia rimane
la proprietà di un immobile
che vale di più, che consuma meno
ed emette meno CO2 nell'atomosfera,
oltre che ad uno sconto sui costi
tra il 5-10%.
Lo stesso Malagoli fece
uno splendido piano regolatore
di Reggio che parlava ad ogni passo
di sviluppo sostenibile e si trasformò
in una incredibile colata di cemento
mercoledì, luglio 20, 2011

Voglio iniziare facendo una premessa.
Raccogliendo informazioni su questo tema ho letto in proposito le dichiarazioni dei politici e mi sono convinto che è un tema su cui si cerca di stare lontani.
Molte osservazioni erano e restano certamente corrette, come ad esempio quelle che richiamano l’ampiezza e la complessità dell’argomento, però quello che mi ha colpito è stata la sensazione che sull’argomento esista un diffuso atteggiamento immobilista , o meglio attendista…. cmq quello stesso pensiero che mira a disattivare le iniziative altrui già ascoltato da chi , come me, era seduto ai banchetti dei referendum. Non mi riferisco a quelli di quest’anno, mi riferisco invece al 2010, quando solamente noi dell’IDV eravamo nelle piazze.
Chi c’era, come il mio collega Magnani ascoltava i commenti di quanti legittimamente si rifiutavano di firmare e poi magari lo hanno votato.
Ricordo :
“non ce la farete a raccogliere mezzo milione di firme”,
“se ce la fate, tanto alla fine i quesiti saranno ritenuti inammissibili”, ma soprattutto
“”in ogni caso alla fine non raggiungerete il quorum: quindi state facendo un favore a Silvio. Le questioni che trattano di beni comuni, in realtà non interessano ai cittadini”
Sappiamo che gli italiani invece hanno risposto in massa.
Evidentemente il tema dei beni comuni interessa.
Ebbene anche LA FONDAZIONE MANODORI E’ UN BENE COMUNE
Già perché la fondazione ha si un profilo privatistico, ma nella sostanza è un bene della comunità reggiano, “un bene comune” .
A dire il vero pare che il tema della gestione della Manodori di per sé non appassioni la gente, ma chissà se l’interesse non aumenterebbe se si spiegasse chiaramente ai cittadini reggiani che nella cassa della fondazione rimangono ancora decine, centinaia di milioni di Euro destinati alla collettività dall’antica funzione sussidiaria dei monti di pietà e dalle casse di risparmio.
Ad oggi degli originali scopi mutualistici rimane poco, la fondazione è diventata invece un formidabile centro di potere e di potenziali clientele.
Gestisce un patrimonio della collettività con criteri largamente discrezionali. E’ regolata da uno statuto risalente alla presidenza di Dario Caselli, per chi se lo ricorda capisce che ciò è una garanzia,… si fa per dire.
Quest’uomo ha creato un specie di Porcellum ante litteram: uno statuto che si è dimostrato nei fatti uno strumento fortemente autoreferenziale, dove chi ha il potere può cooptare nuovi amministratori.
Tutti sappiamo del gigantesco depauperamento avvenuto negli scorsi anni, un impoverimento di un nostro bene comune, la cui responsabilità risulta chiaramente attribuibile a chi lo ha amministrato e gestito, un gruppo di persone rimasto sostanzialmente immutato nel corso di questi anni.
Questa scigura non può essere spiegata solamente sfruttando la scusa della crisi delle borse, crisi che periodicamente si ripetono da quando esiste il commercio mondiale ed i relativi strumenti finanziari.
In realtà sono i vertici della Manodori che portano la responsabilità di aver scelto di conservare in certi periodi una quota superiore al 70% del patrimonio investito su un solo titolo quotato, contravvenendo alla logica di diversificazione, una scelta banale per un disinteressato amministratore di beni. Nessun padre di famiglia investirebbe il 70% dei propri risparmi su un unico titolo quotato in Borsa.
Su alcuni comportamenti, da me conosciuti attraverso gli organi di stampa, si ha addirittura la sensazione che i componenti del CDA Manodori ritengano i reggiani degli sprovveduti.
Iscrivere a bilancio infatti il valore di acquisto di un titolo, anziché il valore maturato è un “maquillage contabile”, per rendere meno visibile a occhi disattenti le gigantesche minusvalenze subite?
Artifizi contabili consentiti dal diritto ma non dalla decenza in un ente di questo tipo.
Il CDA della Manodori ha pensato di farci credere che ciò che fu acquistato a cento continua a valere 100 anche se può valere trenta o addirittura venti.
Tutto questo è accaduto e accade senza che il ceto politico abbia sentito il dovere morale di dire basta.
Gli enti locali non se la possono cavare lavandosene le mani, come di fatto è avvenuto in questi anni, così come noi consiglieri che facciamo politica non possiamo limitarci a girare la testa e dire che non è affar nostro se la principale fonte di finanziamenti per opere a favore dei bisognosi si sta via via asciugando.
Cosa faremo quando il pozzo sarà secco? Malediremo la sfortuna o noi stessi che ci siamo comportati da vigliacchi, facendo finta che tutto va bene, magari con la speranza di ricevere qualche elemosina dalla fondazione per i nostri piccoli , a volte miseri, anche se legittimi interessi?
Arrivo nel merito a quanto scritto nell’ODG.
Bisogna riconoscere che non tutte le colpe di questo stato di cose sono dell’attuale presidente, nominato con un blitz ferragostano del 2009, una delle pagine più opache della recente storia locale.
Nonostante i modi in cui aveva preso il potere non ci aspettavamo potesse fare peggio della Signora Spaggiari, molti gli avevano aperto una linea di credito e Borghi aveva chiesto di essere valutato per quel che avrebbe fatto.
Bene.
Abbiamo osservato con attenzione.
Ci troviamo dopo quasi 2 anni a vedere i provvedimenti presi e i risultati ottenuti.
Le scelte compiute in questi anni dal CDA hanno provocato un calo considerevole dei dividendi un evento che inciderà non poco sulla nostra comunità che ha bisogno come non mai di questi denari provenienti dalla Fondazione
Già questo sensibile riduzione delle risorse sarebbe sufficiente perché una classe politica realmente interessata al bene comune attaccasse una gestione a dir poco deludente e pretendesse come minimo un cambio di passo agli amministratori,
o ne reclamasse le dimissioni in ogni sede possibile, anche se formalmente non vi sono strumenti giuridici per ottenerle.
Questo era lo stato di cose fino a pochi mesi fa’.
Ma poi il grande manager prestato alla Manodori è riuscito in un colpo da maestro, ha liquidato una parte di quanto era investito in Unicredit, per diversificare,… però comprando azioni di un'altra banca , il Banco Popolare, per un importo pari a 2,6 milioni di Euro.
Tutti ci chiedevamo il perché visto che era sacrosanto diversificare, ma suonava alquanto inidoneo farlo destinando soldi ad un titolo dello stesso settore, quindi mantenendo di fatto un rischio altissimo sul comparto bancario.
Questa mossa non sarebbe stata attuata da un soggetto gestore esterno, accuratamente selezionato attraverso pubbliche e trasparenti gare.
Poche settimane dopo, con minimo risalto sulla stampa locale, (io l’ho appreso leggendo un trafiletto in cui il Dott. Pagliani, sempre pronto a correre in aiuto, ….del vincitore, si congratulava) l’Ing Borghi è stato gloriosamente promosso alla vicepresidenza del Banco S. Geminiano S . Prospero, azienda controllato dal Banco Popolare.
Immagino già che diversi di voi diranno, alcuni essendo convinti ed in buona fede, altri trattenendosi a stento dal sorridere, che il presidente della Manodori si sta sacrificando per la città e che di tale nuova carica ne avrebbe fatto volentieri a meno.
Io mi limito ad ipotizzare uno scenario plausibile, che anzi in parte è già avvenuto visto che mi pare che le azioni della Popolare da allora siano sensibilmente scese:
cosa farà Gianni Borghi, presidente della Manodori se il valore delle azioni delle Popolare caleranno tanto che i dividendi saranno azzerati?
Ed in questo caso cosa farà il Vicepresidente della Popolare Borghi Gianni?
Non chiederà al Presidente Gianni Borghi della Manodori di lasciare i soldi di noi reggiani dove si trovano nonostante tutto?
Ma vi rendete conto della situazione grottesca?
Come può un manager con due incarichi esecutivi lavorare con serenità in due aziende collegate così strettamente da relazioni finanziarie.
Come può operare con efficacia in entrambe le due entità che hanno per forza interessi contrastanti?
Per tutto questo noi dell’IDV chiediamo che la situazione di ambiguità sia risolta una volta per tutte con le dimissioni di Gianni Borghi dalla fondazione Manodori.
Vado a concludere prevenendo una altra facile obiezione degli estimatori dell’ Ing Borghi.
“La politica non ha niente a che fare con la Fondazione.”
La politica, quella vera, quella che risponde ai cittadini e agli elettori, è la forma più alta mediante la quale si applica la democrazia.
Quando viene meno la politica comanda chi ha già il potere : in genere i più ricchi, i più furbi, i privilegiati.
Ed è esattamente quanto sta avvenendo.
