
A proposito dell’aumento dell’aumento delle tariffe e della probabile fusione con ATCM di Modena.
Il nodo vero da risolvere per il rilancio del trasporto pubblico non può limitarsi alla richiesta di un aumento dei biglietti o prospettando la fusione di ACT con altre aziende vicine.
La cosa di cui ha bisogno ACT prima di tutto è una trasformazione reale all’insegna di una riduzione dei costi e dall’aumento degli utenti invece che in un aumento delle entrate provenienti dal solo incremento del prezzo del biglietto e dall’aumento dei contributi kilometrici provenienti dalla regione.
Riduciamo i costi degli amministratori e del consiglio di amministrazione, magari non darà un contributo decisivo al rilancio, ma sarebbe già un primo forte segnale di cambiamento.
Queste poltrone sono destinate a persone espresse da partiti che sono od erano al governo.
Recentemente si è presentato lo stesso Malagoli a Palazzo Alllende in commisione di garanzia e controllo per dirci che c'è da ripianare un debito (mi pare di 1,5 MEuro) e che i soci (provincia e comuni) dovranno fare la loro parte.
Io invece ritengo che la provincia non dovrebbe mettere soldi in un possibile pozzo senza fondo.
Spiego il perché.
Ci dicono che in ACT rimarranno una decina di persone con compiti di controllo e indirizzo.
Tra parentesi spero che Malagoli non sia tra queste, se si considera un manager deve rispondere dei risultati deludenti, se si considera un politico, penso che l’azienda potrà fare a meno di lui ancora a maggior ragione.
Ma questo ridimensionamento nei fatti non avverrà.
In realtà ACT sarà tutt’altro che un piccolo sparuto manipolo di esperti che indirizzano le politiche di mobilità e TPL, come ci vogliono raccontare, ma sarà una Holding con in pancia il 65% di AE, ovvero l’azienda (privata?) che svolgerà il servizio di TPL (Trasporto pubblico Locale) al posto di ACT.
Il messaggio era “dateci i soldi per ripianare il debito per l’ultima volta che poi finisce tutto in mani private”
Tutt’altro, ritengo invece sia probabile che i soci (Provincia e Comuni reggiani) dovranno ripianare ancora probabili futuri debiti di AE, essendo proprietari tramite ACT dell’azienda, senza avere nulla di buono in cambio, ma anzi dovendo accettare inevitabilmente una maggiore precarizzazione dei lavoratori di ACT con inevitabili ricadute sulla qualità del servizio.
L’idea illustrata da Malagoli in commissione suonava più o meno come di tagliare i percorsi che sono poco frequentati dagli utenti ed antieconomici fino ad arrivare alla quantità di finanziata dalla regione.
Io ho sempre inteso che il contributo regionale serva soprattutto dove il servizio è antieconomico, penso ad esempio alla montagna o quartieri perferici, visto che in centro immagino si finanzi col solo prezzo del biglietto.
La regione finanzia un servizio, non è un bancomat, come in un azienda industriale ci sono gli scarti così nel TPL ci saranno linee che lavorano a volte con pochi utenti , ma che rappresentano un servizio per la popolazione.
Io credo che la chiave della ristrutturazione di ACT venga , oltre che dal passo indietro che deve fare la politica, anche dal dotarsi di una flotta di autobus moderni, con bassi costi di gestione, valutando ipotesi di noleggi a lungo termine e di autobus più piccoli.
Cedere da parte di ACT ad AE la vecchia flotta di autobus da un lato non alleggerisce lo stato finanziario di ACT e dall’altro appesantisce la gestione di questa new company con un patrimonio di autobus vecchi ed inefficienti.
Autobus nuovi garantiranno un servizio all’altezza delle aspettative di trasporto, che solo mezzi moderni possono soddisfare, penso ad esempio all’aria condizionata almeno su tutti i bus a media lunga percorrenza. Senza questi servizi prenderà l’autobus solo chi non ha alternative e quindi non si aumenteranno i nuovi utenti ed il numero di passeggeri.
Chiederei che sia fatta una stima del valore degli autobus e che tutti quelli vecchi (la grande maggioranza) siano venduti.
In questo modo invece che conferire alla nuova società un “mela avvelenata” che ne appesantisce i costi, gli si darebbe la possibilità di avere un margine di manovra maggiore dotandosi tramite affitti o leasing a lungo termine di mezzi che necessitano minor manutenzione, con meno costi di gestione e anche meno inquinanti.
Siamo risultati una delle città più inquinate d’Europa ed ogni sforzo per migliorare tale situazione va fatto senza esitazione.
L'intervista di Luca Soliani la trovate sulla versione online :
http://linformazione.e-tv.it/archivio//20100803/09_RE0308.pdf